Mittwoch, 23 März 2016
Per la Siena
Cosa si può fare in Toscana? L’idea migliore è quella di bere vino rosso. Viaggiare da città a città, dal vigneto al vigneto. Godersi le vedute del panorama toscano. Le cupole verdi delle colline e sulle loro cime fattorie di vini con bei cipressi disposti lungo la strada. Le file di vigne e ulivi e tanta lavanda. La vista in autunno diventa colorata. Tutto con un carattere favoloso, magico.
Solo bevendo il vino versato da un vignaiolo toscano si può toccare realmente la terra toscana, essendo vignaioli il sale di questa terra che la capiscono meglio da più vicini e dipendenti da essa. Non si può conoscere la Toscana senza aver conosciuto i suoi vignaioli.
Siamo partiti da San Gimignano dopo le nove. Andavamo all’est, al sud-est. La rugiada scesa, il colore blu di cielo, il colore verde maturo delle erbe. Ora andiamo a Siena. La città dei Ghibellini, tanti anni fa a sostegno dell’Impero. In tempo di Dante la Repubblica di Siena fece feroci guerre con quella fiorentina, con Guelfi, sostenitori del papato. Siena e Firenze. A distanza di soli 80 km troviamo due città tanto diverse, ma con qualcosa che le colleghi …
Firenze è internazionale, ricca, sontuosa, estroversa. Siena, come se fosse da un altro mondo. È introversa ed enigmatica. E’ una città veramente medievale. Città – Stati hanno fortemente combattuto. Le lotte di Guelfi e Ghibellini erano continue.
Il Medioevo era così. La lotta non era basata esclusivamente sull’uso unico della spada, ma anche su una battaglia di parole, di leggende, di miti, su un combattimento anche nella poesia. Una guerra totale.
La lotta che si svolgeva anche nel settore del vino? Si può parlare di vini di discendenza senese e fiorentina? Abbiamo Colli Fiorentini e Rufina. Questi sono vini da parte di Firenze. Colli Senesi sono Chianti di Siena. Ma come dividere il gran Chianti Classico? Abbiamo a che fare con il CC fiorentino e senese? La leggenda racconta che le città condividevano le sfere di influenza vinicola; la storia di un gallo nero, di cavalieri viaggianti da Siena a Firenze. Pare che si fossero incontrati a Fonterutoli, vicino a Siena. Se era così, la maggior parte della regione del CC appartiene a Firenze. Ma è solo una leggenda. Lo stesso, noi abbiamo fatto la nostra divisione del Chianti Classico.
Assumiamo che ci siano due stili. Dividiamo il CC in due sfere di influenza. A Firenze assegniamo le parti seguenti: 1) San Casciano in Val di Pesa, 2) Greve in Chianti, 3) Tavarnelle in Val di Pesa, 4) Barberino Val d’Elsa. A Siena 4 regioni: 1) Castellina in Chianti, 2) Gaiole in Chianti, 3) Radda in Chianti, 4) Castelnuovo Berardegna. Partiamo dal presupposto che ci sia una distribuzione equa, anche se l’assegnazione di Radda è contestata. Beh, noi preferiamo Siena, anche perché ci è vicina. Quali sono i risultati di questa divisione? Se fosse simile alla nostra, la scelta sarebbe difficile ma noi avremmo scelto i produttori del vino di Siena. Sceglieremmo vini tra: Felsina, Rentennano, Fonterutoli, Brancaia, Castello di Ama. Se il vino da Radda assegnare a Siena, sarebbero aggiunti i produttori come Volpaia, Rampolla, Fontodi. A Firenze rimarrebbe la grande Querciabella, ma anche Scalette, Quercetto, La Massa e Antinori. Con questa divisione scegliamo la zona di Siena. Se aggiungere ancora Isole e Olena (anche se Barberino) alla zona CC di Siena, non ci sarebbe più nessun dubbio.
Non facciamo finta di saper distinguere le differenze tra il CC di Castellina con quello di Greve. Non lo sappiamo fare. Beh, forse il Cognato sì, ma noi purtroppo non siamo in grado di farlo. A quanto pare, le differenze esistono oggettivamente. Si possono sentire le differenze tra vini di Querciabella e, per esempio, Felsina, ma esiste una caratteristica in comune dei vini della Valle Ruffoli vicino a Greve? Certo che dovrebbe esisterci, ma vorremmo esperimentare personalmente come qualcuno in una prova in bianco indica per esempio 3 vini da Ruffoli da altri 10 del CC. Beh, forse un frutto profondo del CC da Poggio Scalette può essere riconosciuto immediatamente.
Così seduti sulla piazza straordinaria a Siena ci ponevamo domande difficili. Quelle sul vino, sulla storia di Siena, ma anche sul modo di come corre il tempo specificamente in questo posto. Ma non abbiamo potuto capire il motivo per cui la piazza principale di Siena è pendente. E’ probabilmente l’unico luogo nel mondo, dove in centro della città esiste una pendenza. Contemplando la piazza del Campo si sente sicuramente una sensazione eccitante.
Abbiamo scelto, come un punto di osservazione, una trattoria nella parte superiore del Campo. Abbiamo ordinato un bicchiere di vino. Era un Chianti Classico dal San Giusto Rentennano del 2008. E’ un vino sofisticato ed elegante, si adatta perfettamente al panorama di mattoni rossi delle case. Sì, il mattone rosso e il vino rosso di colore mattone, perché dopo 6 anni il Chianti è vestito così.
Contemplando la Piazza del Campo a Siena di un colpo abbiamo sentito la lingua polacca che andava abbastanza bene nella sceneggiatura. Due donne intriganti passavano con energia e apertamente parlavano delle loro impressioni della recente visita in Fattoria di Felsina e San Giusto Rentennano. Noi abbiamo avuto nei bicchieri il CC da Rentennano e loro si ponevano domande sulla superiorità del Chianti Classico da Rentennano, oppure da Felsina. Sì, tali questioni funzionavano sulla Piazza del Campo, giacchè il problema è enorme. Non è fantastico? Le donne della nostra Patria eternamente lacerata a discutere tali temi? Non abbiamo nemmeno provato a fermarle, dopo un po’ sono scomparse dietro l’angolo di una delle strade che portano alla Piazza del Campo. Forse sono andate a mangiare, o magari vedere il Duomo rinascimentale. Gli incontri così sono per caso … ma, può darsi, un caso determinato. O forse le abbiamo viste e sentite soltanto nelle nostre menti? Il tempo che non passa linearmente l’accadere a intervalli possono fare scherzi irresistibili. Così, ci succedono le turbolenze nello spazio-tempo e altri disturbi della percezione. Il Chianti Classico è anche un vino corpulento …
Perché amiamo Siena? Perché solo qui le stradine sono così strette e tortuose e i balconi ospitano esposizioni di biancheria stesa. Qui si ascolta il richiamo delle madri annuncianti che gli spaghetti sono già sul tavolo. Gli uomini che ricordano la guerra, fumano pigramente sorseggiando il Chianti direttamente da grandi bicchieri. Gatti godono la vita meravigliosa da vagabondi. Proprio qui soleva passeggiare Zbigniew Herbert, ammirando l’architettura, la pittura e il clima di Siena. Ha scritto qui un saggio eccellente „Siena”, dove aveva descritto la degustazione del vino, cioè del Chianti Classico. In una trattoria, in cui mangiando la pizza ha sentito il proprietario dire ch’egli “faceva il miglior Chianti di Siena” e che il suo vino veniva prodotto in sua famiglia da 400 anni. Le dichiarazioni simili posseggono una bellezza, sono tanto immodeste quanto divertenti. Sì, questa dichiarazione rende il suo Chianti migliore di Siena, poi bevuto esattamente alle 16:32, ma solo in quel momento fugace. Alle 16:33 può smettere di essere il migliore, visto che in un’altra trattoria a Siena, un altro proprietario va a dichiarare che il suo Chianti è semplicemente il migliore ed anch’egli avrà ragione.
La regola indiscussa e generale è che se il produttore offrendo all’ospite un bicchiere di Chianti allo stesso tempo proclama il suo vino “miglior Chianti di Siena“, questo Chianti diventa migliore – in quell’intervallo di tempo – da qualche parte tra il riempimento del bicchiere e l’essere inghiottito dall’ospite. Ci vogliono circa 50 secondi. Non è molto, ma in quel momento è ”miglior Chianti di Siena”. Ricordiamoci questo. Non ci sorprendiamo di nulla e di certo non consideriamo narcisistici le dichiarazioni così.
Herbert ha descritto in un modo interessante la degustazione del “migliore Chianti di Siena”, dopo essere servito dal proprietario:…. Ora mi guarda da dietro del bancone, a quello che vorrei fare con questo vino prezioso. Bisogna inclinare il bicchiere per vedere come il fluido scorre sopra il vetro e se non lascia le macchie. Poi alzare agli occhi e, come dice un buongustaio francese, disperdere gli occhi in rubini vividi per contemplarli come il mare cinese pieno di coralli ed alghe. Il terzo gesto – avvicinare il bordo del bicchiere alle labbra e respirare il profumo di mammola – di un bouquet di violette annunciante ai narici che il Chianti è buono. Tirarlo al fondo dei polmoni in modo che rimanga dentro il profumo di uva matura e della terra. Infine – ma evitando la fretta barbarica – prendere un piccolo sorso nella bocca e con la lingua strofinare il gusto scuro e camoscio al palato. Sorrido in direzione del patrono con apprezzamento. Sopra la sua testa si illumina la lampada grande dell’orgoglio gioioso. La vita è bella e le persone sono buone …
Seduti su una splendida piazza centrale senese abbiamo letto il saggio di Herbert. Ecco il posto migliore per la lettura di questo testo. Bisogna leggerlo ogni volta quando si viene a Siena. Abbiamo comprato un altro bicchiere di Chianti, questa volta da Brancaia, del 2008. Il bicchiere ci ha quasi agitato. Il vino era meravigliosamente armonizzato, aromatico, intenso, con un finale di cioccolato. Le violette purtroppo non le abbiamo sentite. Cosa bisogna fare dopo aver bevuto un bicchiere di vino? Sì, si dovrebbe mangiare gli spaghetti. Herbert ha notato giustamente che bisogna mangiare gli spaghetti all’inizio del pasto e bere vino dai bicchieri e non dai vetri. E’ un’osservazione interessante. Ciò che conta è nascosto nel contenuto, non nella forma.
Passeggiando per le strade di Siena eravamo in ricerca del bucato che si asciugava , ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo invece trovato l’albergo, dove aveva vissuto Herbert e la lapide. E’ stata una bella sensazione. Forse anche l’orgoglio nazionale, ma in una dinamica pianissimo.
La lapide si trova sulla facciata del piccolo albergo dove abitava Herbert nel 1959. Sulla lapide vediamo l’inizio del suo saggio magnifico „Siena”:
…Dalle finestre della mia stanza nell’albergo “Tre Donzelle” la vista di Siena si limita al annessi scuri, un gatto sul davanzale e la galleria di biancheria appena stesa. Vado in città la mattina presto per vedere se Suarez aveva ragione quando aveva scritto che nel mattino a Siena si sentiva l’odore di bosso. Purtroppo, si sente l’odore di escrementi delle macchine. È un vero peccato che non esista nessun mantenimento degli odori. Come sarebbe grande il piacere a Siena, la città italiana più medievale, passeggiando nella nuvola del Trecento…
Nel 2008 si era pomposamente celebrato il 10 anniversario della morte del poeta. Tutta la Siena è stata intonacata dai poster. Il motto della festa è stata la dichiarazione di Herbert, “Qui sono stato felice.” Ci sembra che si può essere felice in quel posto. Contemplare l’atmosfera della città, bere il Chianti Classico, mangiare gli spaghetti e poi anche bistecche. Con una bistecca si può permetter un altro bicchiere, ma questa volta un Brunello. Montalcino è qui vicino e anche così questa città può essere classificata come appartenente alle aree vinicole di Siena e alla zona della sua influenza. Dopo una mangiata del genere si può leggere il saggio „Siena” sorseggiando vin santo non troppo dolce, accompagnato da una tazza di caffè. Vin Santo da Isole e Olena…
A Siena si scopre che la realtà può avere molte facce che possono essere conosciute, ma dove si può anche perdere. Si può anche scoprire la realtà senese e tutto sommato una visione, un po’ sognante, ma affascinante che non viene scoperta fino al fondo. Il Chianti classico bevuto in un eccesso moderato, aiuta a capire qualcosa, ma la mattina di nuovo c’è un problema con l’interpretazione. Bisogna bere il Chianti classico!
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